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Le tappe del progetto di catalogazione dei libretti di ballo

Il progetto per realizzare una catalogazione elettronica dei libretti di ballo nacque, su suggerimento di José Sasportes, nel 1987 in tempi in cui, almeno in Italia, gli studi coreologici perlopiù non si avvalevano delle tecnologie da poco messe a disposizione grazie alla diffusione dei personal computer. Prese così l’avvio uno studio di fattibilità che individuasse i requisiti di un formato elettronico.

L’esperimento fu condotto da un gruppo di lavoro composto da un coordinatore della ricerca (Claudia Celi), un programmatore (Andrea Toschi), tre rilevatori (Gloria Giordano; Giovanna Natalini e Vittoria Zagari). I primi risultati vennero pubblicati da Andrea Toschi nell’articolo Un esperimento di catalogazione elettronica dei balletti dell’800 in «La Danza Italiana» 8/9 (1990) e il progetto fu successivamente presentato in una sessione della Fifth Hong Kong International Dance Conference (Luglio 1990) (vedi a questo link).

Il gruppo di ricerca, cui si unì Rita Zambon dal 1991, svolse successivamente ulteriori ricerche sulle produzioni di balli autonomi dalle opere dati a Roma durante l’Ottocento e realizzò una catalogazione dei libretti al tempo rintracciati nelle biblioteche italiane. La necessità di una stretta collaborazione con le biblioteche musicali, al fine di agevolare l’omogeneità nelle rilevazioni e facilitare gli scambi fra studiosi, venne sottolineata in un ulteriore articolo di Andrea Toschi Verso una catalogazione unica dei libretti di danza italiani dell’Ottocento in «Le fonti musicali in Italia. Studi e ricerche», 7/1993, pp. 315-319. Si tornò nuovamente sul tema delle esigenze da tenere in considerazione nella catalogazione dei libretti di ballo durante il Convegno tenutosi il 10 dicembre 1999 a Roma presso la sede del CNR (vedi Andrea Toschi Risorse on-line per la ricerca in danza: situazione e prospettive riguardo alle collezioni italiane di libretti in Recupero, ricostruzione, conservazione del patrimonio coreutico italiano del 19. secolo : atti del Convegno, 10 dicembre 1999, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma. Numero monografico di «Chorégraphie», Associazione culturale Chorégraphie, Roma 2000).

Come già accennato nella presentazione del progetto, il libretto di ballo permette, grazie alla sua compattezza, di trarre da un’unica fonte le informazioni essenziali su una produzione spettacolare: titolo, teatro, anno, stagione, attribuzioni di responsabilità artistiche e tecniche, visto di censura. L’esistenza di collezioni relative alle attività di un teatro sia per la singola stagione che per periodi più ampi, crea una serialità che permette di disegnare un quadro dettagliato delle personalità attive nei vari ruoli e in alcuni casi anche informazioni sulle Scuole di ballo annesse ai Teatri. Inoltre, l’omogeneità sostanziale nella struttura del libretto di ballo sul territorio italiano permette di confrontare i dati delle varie piazze facilitando sia l’identificazione dei circuiti produttivi sia l’analisi della circolazione di artisti e titoli.

Se è vero che dati simili possono essere desunti anche da altre fonti (locandine, cronologie di singoli teatri, lettere, etc.) è anche vero che nessun corpus documentale ha le medesime caratteristiche di completezza e organicità di quello costituito dall’insieme delle raccolte di libretti presenti nelle nostre biblioteche.

Si giunse così all’individuazione dei requisiti minimi per un rilevamento significativo e alla creazione di un primo database comprendente i seguenti dati:

  • titolo
  • teatro
  • città
  • data
  • stagione
  • numero di atti
  • genere
  • nome e cognome di chi ha messo in scena il ballo
  • nome e cognome del coreografo originale (se diverso dal precedente)
  • ballerini (nome, cognome e rango, se indicato)
  • autori delle musiche
  • scenografi
  • costumisti
  • capo sarto
  • impresario
  • attrezzista
  • macchinista
  • buttafuori
  • collocazione del libretto

Ad essi sono stati in seguito aggiunti dei campi “logici” che rendevano possibili ricerche selettive a chiave e volti ad indicare la presenza o meno dell’“avvertimento”, del soggetto, della distribuzione delle danze e la possibilità di inserire delle righe di commento per i dati che non prevedevano un campo dedicato.

Fin da subito si evidenziarono anche le problematiche da superare per un’efficace catalogazione elettronica che comprendesse campi e parole chiave atti a rispondere a specifici nuclei tematici relativi alle produzioni coreografiche quali l’identificazione dei balli, l’autorialità della coreografia originale, l’attribuzione delle musiche e il coordinamento con altre fonti.

Per risolvere questi problemi divenne indispensabile rilevare, oltre ai dati precedente elencati, almeno i seguenti:

  • mutazioni di scena
  • trascrizione della distribuzione danze
  • trascrizione del frontespizio
  • rivendicazioni di diritto d’autore
  • visto di censura
  • editore, luogo e data di edizione
  • eventuale inclusione del libretto in un fascicolo comprendente altre opere o balli (talvolta indice del programma della serata)

Fra gli aspetti che furono immediatamente evidenziati ci fu anche la necessità di dare omogeneità ai dati temporali risolta adottando come unità minima di tempo la stagione. Ciò ha comportato che, ad esempio, un balletto dato il 26 dicembre 1845, ossia in coincidenza con la data d’inizio della stagione di carnevale 1845/46, venisse catalogato come “carnevale 1846” e nell’ordinamento cronologico apparisse insieme ai balletti dati nel gennaio 1846. Una convenzione che risultava così più rispondente al sistema produttivo basato sulla stagione e non sull’anno solare. Si passò poi alla normalizzazione di termini e nomi presenti con molte varianti ortografiche, come nel caso di Ludovico/Lodovico Pedoni/Petoni che, altrimenti, negli indici sarebbe comparso non come un unico interprete ma come quattro diverse persone corrispondenti a tutte le possibili combinazioni di nome e cognome.

Naturalmente i dati raccolti non hanno la pretesa di essere esaustivi ma mirano a far risaltare elementi essenziali alla lettura coreologica dei fenomeni di danza.

Da questo percorso di elaborazione dei dati derivarono una pubblicazione di Claudia Celi sul passaggio a Roma delle stelle romantiche, (Celi, Claudia, L’arivamento de la gran maravija der ballo – ballo a Roma 1845-1855, in «La Danza Italiana» 8/9 (1990) ripubblicato come The arrival of the Great Ballet Wonder, or Ballet in Rome from 1845 to 1855 in Lynn Garafola (a cura di) Rethinking the Sylph: New Perspectives on the Romantic Ballet, «Studies in Dance History» 14/15, Wesleyan University Press, Hanover NH 1997) e una visione a largo raggio sull’attività romana di Manzotti riportata nelle tabelle annesse a corredo del saggio, sempre a cura di Claudia Celi, Manzotti e il Teatro della Memoria del XIX secolo, in Flavia Pappacena (a cura di) Excelsior: documenti e saggi Di Giacomo, Scuola nazionale di cinema, Cineteca nazionale, Roma 1998.

I parametri utilizzati per i balli dati a Roma e l’esperienza maturata portarono anche a una inventariazione dei balli messi in scena in quattro fra i principali teatri italiani; tali notizie vennero inserite in un database partendo questa volta dalle cronologie già esistenti, frutto del meticoloso e paziente lavoro svolto dagli studiosi fra i quali, ci piace ricordare, fu pioniere Alberto Testa che dei libretti era amante e collezionista. Si poterono così formulare statistiche sulle relative produzioni, con immediata evidenziazione, ad esempio, dei rapporti di collaborazione intercorrenti fra coreografi e musicisti e indici relativi alla distribuzione e circuitazione dei balli sul territorio italiano, risultati che furono alla base dei saggi di Claudia Celi sul balletto in Italia nell’Ottocento: Celi, Claudia, L’epoca del coreodramma (1800–1830) e Percorsi romantici nell’Ottocento Italiano in Alberto Basso (a cura di) Musica in Scena – Storia dello Spettacolo musicale, UTET, Torino 1995, vol. V: L’arte della danza e del balletto pp. 89–116 e 117-138.

Dopo questo periodo pionieristico in cui lo scambio di informazioni su internet era sporadico e mediato da protocolli lenti e instabili, la nascita e crescita esponenziale del World Wide Web a partire dagli anni ’90 ha portato anche le istituzioni italiane a un rapido processo di innovazione con un parallelo ampliamento della catalogazione dei materiali presenti in biblioteche e archivi e delle risorse online a disposizione degli studiosi. Nondimeno la nostra base dati ha conservato negli anni una sua utilità ai fini della ricerca perché vengono messe a disposizione delle informazioni che non vengono normalmente rilevate quali la distribuzione danze e i luoghi scenici, dati che in vari casi hanno favorito l’identificazione e l’autorialità delle produzioni ballettistiche omologhe nel titolo.

Nel 2020, ormai entrambi in pensione e giunti in quella fase della vita in cui il riaffiorare dei ricordi che originano dall’infanzia sgorga prepotente nel riordinare carte, foto e oggetti che hanno accompagnato le nostre esistenze, abbiamo potuto dedicarci a dare una forma fruibile online ai materiali raccolti nel corso del nostro lungo quanto inatteso viaggio nell’Ottocento romano. In questa recente fase ha continuato ad accompagnarci Rita Zambon la quale ha identificato nuovi libretti oggi conservati presso varie biblioteche, con i relativi link per la consultazione diretta degli stessi ed ha provveduto a ricontrollare e inserire i link alle schede elaborate da Vittoria Zagari, ormai impossibilitata al compito dall’avanzatissima età. In seguito, Simona Buompadre ha provveduto ad inserire i nuovi dati raccolti e infine Silvia Mozzachiodi ha svolto un importante lavoro redazionale oltre ad aggiungere ulteriori schede e link all’Archivio.

Essenziali in questa fase sono state la consulenza di Roberto Natalini, la conversione nel formato SQL dell’antico database curata da Massimo Bernaschi, la collaborazione con la ditta Sheldon.studio a contatto con la quale si è gradualmente giunti ad identificare la struttura e la forma grafica più idonee sia per le pagine in cui vengono inseriti i termini di ricerca al momento della consultazione che per quella in cui vengono riversati i dati di una singola produzione in maniera che essi, trasmigrati dalle antiche schede cartacee al primo e poi al secondo database, appaiano in forma agevolmente leggibile e integrati dalla possibilità di accedere alla scansione del libretto ove questa sia stata resa disponibile online (vedi Guida alla consultazione), così da realizzare un portale dedicato, graficamente curato e pronto ad ospitare future ricerche.

Roma in ballo – Taccuino di viaggio per la danza teatrale dell’Ottocento è dedicato a Vittoria Zagari – una delle prime collaboratrici del progetto di catalogazione – al suo amore per Roma e per la storia. A lei e a coloro che hanno contribuito a dar vita al portale va  il nostro grato pensiero.